Il marchio by Fríða Ísberg

Il marchio by Fríða Ísberg

autore:Fríða Ísberg [Ísberg, Fríða]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2024-07-15T00:00:00+00:00


14

Kári le telefona dopo il fine settimana.

Dice di aver trovato una penna stilografica nel suo ufficio.

La penna di Þórir. Sotto la sua scrivania.

“Come?” dice lei.

“Ma dici sul serio?” dice lei.

“Può essere che… Þórir ti stia spiando?”

Kári dice di aver sentito certe indiscrezioni qualche giorno fa. Che Þórir si è attribuito le sue trattative contrattuali. Con la centrale in Giappone.

Che è una cosa tremendamente spiacevole.

“Mioddio. Lo credo bene,” dice lei.

“Che hai intenzione di fare?”

Kári dice che non lo sa. Deve pensarci su.

Ogni giorno sui notiziari escono nuovi servizi su Fjölnir che ripercorrono nel dettaglio la sua carriera economica.

Una vecchia bancarotta.

Un vecchissimo caso di quote ittiche che era risultato non perseguibile.

Perfino lei riceve telefonate da parte di giornalisti che le chiedono della loro collaborazione.

Se c’è mai stato qualcosa di sospetto o di discutibile.

Le pillole la fanno sentire come se si fosse bevuta due bicchieri di vino rosso.

Come se tutto fosse… stupendo. Come se potesse fluttuare.

Chiede a Gylfi di raggiungerla e di fare cose diverse dal solito.

Gli chiede di sdraiarsi sopra di lei e di toccarla dappertutto.

Però certe volte lei è proprio impossibile.

Le viene da piangere per le cose più assurde. Quando pensa a suo padre. Quando pensa a sua madre. Quando pensa a Breki. Allora smette di prendere quelle pillole per due, tre giorni.

Finalmente Fjölnir la richiama.

Dice che è chiaro che Þórir aspettava l’occasione. Appena si è accorto che anche Alli era al corrente dei risultati del test è andato a riferire la cosa ai media, visto che non era più l’unico a saperlo. Þórir era al settimo cielo quando si erano presentati entrambi. Si vedeva da lontano.

“Oh Cristo,” dice lei.

“Ma è patetico,” dice lei.

Sì, dice Fjölnir. Proprio così.

“Non so se voglio continuare a lavorare sotto quest’uomo,” dice lei.

“Forse è venuto il momento di cominciare a guardarsi intorno,” dice lei.

“Di cercare qualcos’altro.”

Fjölnir dice che cambiare adesso sarebbe troppo sospetto. Che deve aspettare almeno un anno. A meno che non vada a lavorare per un’altra ditta marchiata.

“Sì, credo tu abbia ragione,” risponde lei.

“Meglio se tiro avanti un altro anno,” risponde lei.

“Anche se detesto doverlo fare.”

Prende una decisione.

Si consulta con Gylfi e organizza una videoconferenza con i produttori dei motori filtro.

Dice loro che in azienda è emerso un piccolo problema.

Una questione etica.

Sta cambiando lavoro e anche la nuova azienda, come il vecchio datore di lavoro, è interessata ad acquistare titoli e può fare un’offerta migliore di quanto era stato discusso in precedenza.

I proprietari della EcoZea sono giovani, un uomo e una donna, sono entrambi attenti e interessati. Fa loro un’offerta.

Loro dicono di doverla valutare meglio ma le faranno sapere, al più tardi la prossima settimana.

Al mattino prende due pastiglie anziché una.

Le gira la testa quando attraversa il parcheggio per raggiungere la casa dipinta di bianco.

Alla reception c’è un profilo artificiale che le propone di accomodarsi in sala d’attesa.

In sala d’attesa c’è un’altra donna della sua età, indossa un cappotto a spina di pesce.

La sala d’attesa è accogliente. Tinteggiata in colori di moda.

Comodi divani in pelle. Una lampada da soffitto molto chic sopra il tavolino da fumo.



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